Uno degli opuscoli redatti
dalla Protezione Civile sulla consapevolezza del rischio si apre così: “Se sei
consapevole dei possibili rischi presenti sul territorio dove vivi, se sai come
e dove informarti, se sai come organizzarti per affrontare eventuali momenti di
crisi, tu vivi molto più sicuro e la Protezione Civile può funzionare al meglio
delle sue capacità. Sì, perché sei tu il primo attore di questo sistema: sei tu
quello che deve sapere come vigilare, come avvisare, come collaborare con i
soccorritori”.
Ciascun Comune è tenuto a
dotarsi di un Piano di Emergenza
Comunale che sia di aiuto ai cittadini per affrontare ciascuna situazione
secondo i criteri generali descritti sopra.
Ma è proprio sicuro che tutti
adottano un Piano? O meglio; in quanti ne adottano uno, pubblicizzandolo al
di fuori di una delibera che lo approva?
Secondo i dati della Protezione Civile circa il 98%
delle realtà comunali abruzzesi ne ha uno. Ma questo cosa vuol dire? Ogni realtà ha divulgato la consapevolezza
del rischio ai propri concittadini?
Per rispondere a questa
domanda abbiamo visitato i siti internet
dei 297 comuni abruzzesi che secondo la Protezione Civile hanno adottato un
Piano. Ed abbiamo valutato quanta pubblicità fanno le amministrazioni comunali a
questi strumenti di prevenzione e azione. Valutando anche la loro qualità.
Per facilitare il lavoro
abbiamo suddiviso i Piani in tre gruppi: Piani “copia incolla”, ovvero quelli che passano da un Comune all’altro
cambiando solo il nome della località; “da
spiegare”, ovvero quelli che hanno al loro interno informazioni tecniche e
pratiche che non spiegano a fondo ai cittadini quale mentalità e quali
atteggiamenti avere prima e dopo l’evento, quindi sono da spiegare; ed infine quelli
“buoni”, che integrano al meglio la
descrizione della macchina dei soccorsi e le buone pratiche di azione e
consapevolezza che tutti devono avere.
Partendo dal dato del 98%,
man mano che siamo andati avanti nella nostra indagine abbiamo scoperto che
questo è un valore formale e non sostanziale.
In termini molto generali
possiamo affermare che, se dovessimo fare una classifica dei Comuni virtuosi
per applicazione dei Piani di Emergenza avremmo al primo posto quelli della
Provincia di Pescara, seguiti da quelli dell’Aquila ed al terzo posto le realtà
delle province di Chieti e Teramo.
Ma non fatevi ingannare. La
graduatoria nei numeri è molto più impietosa di quanto si pensi.
Analizziamo la prima
classificata. Le amministrazioni comunali del pescarese
sono 45. Di queste solo 13 hanno un
Piano di Emergenza Comunale pubblicizzato, ovvero pubblicato sul proprio
sito internet. Di questi 13, riferendoci ai parametri descritti sopra (copia
incolla, da spiegare, buoni) 7 Piani sono copia incolla, 4 da spiegare e 2
buoni. Riassumendo: il 4% ha un Piano
buono, il 9% da spiegare, il 15% copia incolla. Facendo un unico conto, il 29% dei Comuni nella Provincia di Pescara
ha un Piano di Protezione Civile pubblicato sul sito internet.
Passiamo al secondo
classificato: la Provincia dell’Aquila.
Questa è la più numerosa e conta ben 108 realtà. Di queste, 6 hanno un Piano da
spiegare, 3 copia incolla e 1 buono. Ovvero, il 5% delle realtà comunali della
provincia dell’Aquila ha un piano da spiegare, il 3% copia incolla, l’1% buono.
Riassumendo:il 9% dei Comuni aquilani ha
un Piano di Emergenza.
Passiamo adesso alle terze
classificate: la Provincia di Chieti e quella di Teramo.
Nel chietino,
che conta 99 amministrazioni, il 9% ha un
piano: 3 copia incolla, 3 da spiegare e 3 buoni; rispettivamente il 3%
copia incolla, il 3% da spiegare ed il 3% buoni.
La provincia teramana è composta come quella di Pescara da 45 Comuni.
Di questi, l’11% ha Piani copia incolla ed il 7% da spiegare. Ad aver pubblicato il Piano di Emergenza nella
provincia di Teramo sul sito internet è
stato il 18 % dei Comuni.
Se valutiamo il valore (98%)
dei Comuni che hanno adottato un piano nelle 297 amministrazioni comunali abruzzesi ed a questo rapportiamo il
numero di Piani realmente diffusi (compresi copia incolla, da spiegare e
buoni), avremmo un dato allarmante.
Solo il 13% dei Comuni abruzzesi cerca di coinvolgere
la popolazione nell’attività di Protezione Civile.
Un disastro vista anche
l’ultima tragedia del 6 Aprile 2009. Ma evidentemente non basta pubblicare un
Piano di Protezione Civile sul sito internet per avere la coscienza a posto.
La parte più importante del
lavoro sta nel creare un Piano che possa essere indossato dallo specifico luogo e dai suoi abitanti. Quindi non
basta copiare ed incollare. Non basta descrivere le procedure avviate dalla
macchina dei soccorsi comunali.
Occorre, come afferma il Capo della Protezione Civile Nazionale: “creare una consapevolezza che induca
comportamenti ed azioni preventive. In Italia i temi di protezione civile sono
trattati con cautela e con un atteggiamento scaramantico. I cittadini vogliono
che la scienza li rassicuri, ma il nostro paese ha un elevato rischio sismico e
la rassicurazione non può essere data. L’ipocrisia lessicale tipica di questi
momenti è ‘non facciamo allarmismo’invece tutte
le persone devono essere consapevoli dei rischi che corrono in un determinato
territorio, attraverso la conoscenza dei Piani di Protezione Civile di cui ogni
comune è, e deve essere, dotato. Tutti noi siamo la protezione civile, 60
milioni di volontari che devono agire nel loro singolo ruolo per il bene della
collettività. Il cardine di questa architettura virtuosa è non attendere che
altri facciano per noi, ma attivarci ed agire per noi e per gli altri”.
lorenzo p.
lorenzo.petrilli@libero.it