E adesso fate rinascere la città. Il colpo più grande è
arrivato. Si è suicidato un uomo in pieno Centro Storico. Nella sua casa,
quella che come tante, da troppo tempo,
é inagibile, morta, crollata. Morte porta morte. E adesso che l’equazione è
compiuta, che tutti i ladri, gli accattoni, gli affaristi (in queste categorie
sono compresi i politici di maggioranza che perdono troppo tempo), hanno
portato per loro colpa al suicidio del Prof. Rocco Pollice, la smettano e pensino
a fare le persone serie.
Rocco Pollice credeva molto nei Giovani e nella citta
dell’Aquila. Pensava che la sua città non era più quel luogo dove le persone, i
ragazzi, potevano incontrarsi, parlare, scambiarsi opinioni o informazioni.
Ormai tutto si racchiude in piccolissimi spazi in cui i
Giovani possono solo bere alcol.
Parlava di un senso di galleggiamento il Prof. Pollice.
Galleggiamento che portava i ragazzi, ma più in generale tutti, a non capire
dove andare e perché. Parlava di “esilio esistenziale” in cui le persone si
ritrovano forzatamente senza avere la possibilità di vivere la vita che
avrebbero potuto e voluto vivere.
E lasciate perdere lo scarica barile che a volte è anche nel
giusto, per favore basta lamentele, basta intrallazzi e pagliacci che cercano
di accaparrarsi qualche migliaio di euro. Se nel mucchio c’è ancora qualcuno
onesto, bé , allora che allontani i cretini perché per colpa loro oggi si è
suicidato prima ancora che un grande Professore, un grande uomo.
Per colpa vostra Rocco Pollice si è sparato. Lo ha fatto
nella sua casa che dopo cinque anni è ancora inagibile.
lorenzo p.
lorenzo.petrilli@libero.it
Come fa lei ad avere la certezza assoluta che questo gesto disperato sia avvenuto per via del terremoto?Mi sembra sciocco strumentalizzare un fatto così grave per dare addosso ad un'amministrazione fallimentare del post terremoto. Il dottor Pollice era un uomo, come tutti quanti noi, con le sue debolezze e mancanze. Ha lasciato un vuoto profondo..riposi in pace.
RispondiEliminaIl Prof. Rocco Pollice credeva che l'Aquila dovesse far presto a ricostruirsi e che stava diventando sempre meno un luogo per giovani
RispondiEliminaPenso che la presunzione di chi ha scritto questo articolo non abbia eguali. Sono allibita. Se volete ricordarlo, limitatevi a raccontare il bene che ha fatto da vivo, e non strumentalizzate un fatto così grave ed inspiegabile legandolo alle vicende del terremoto.
RispondiElimina