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23/02/11

TAGLI TRASVERSALI, DAL NULLA ALLA DEMOCRAZIA

DM 22 SETTEMBRE 2010 n. 17

D.M. 22 ottobre 2004, n. 270
• (comma 2) "le Università attivano i corsi di studio nel rispetto dei requisiti strutturali, organizzativi e di qualificazione dei docenti dei corsi determinati con decreto del Ministro…";
(comma 3) "l'attivazione dei corsi di studio di cui al comma 2 è subordinata all'inserimento degli stessi nella Banca dati dell'offerta formativa, sulla base di criteri stabiliti con apposito decreto ministeriale";

COSA SI TAGLIA?

Ci sono state e continuano ad esserci due fasi: quella in cui si è tagliato quei corsi di laurea denominati “inutili” come Scienze del fiore e del verde; oppure Benessere del cane e del gatto; poi c’è la fase in cui ad essere colpiti sono quei corsi di laurea (triennali e specialistiche) di ingegneria, economia o lettere poiché privi dei requisiti necessari per legge.

QUANTO SI TAGLIA?

A partire dall’anno accademico 2007/2008 fino al 2010 il numero dei corsi di laurea è passato da 5460 a 4597 e nel 2011 si prevede un taglio di circa 500 corsi per effetto del “DECRETO MINISTERIALE” 17/10. Ci sono tuttavia corsi sottratti ai tagli come Medicina e chirurgia, Architettura e Giurisprudenza; questi sono passati da 251 nel 2007 a 266 ad oggi anche grazie ad accorpamenti; diminuisce l’offerta formativa degli atenei non statali finanziati da privati, -13,3%; cresce l’offerta formativa per gli atenei non statali finanziati da enti pubblici +13,8%. Secondo il presidente CUN Andrea Lenzi i tagli sono avvenuti 'per evitare l’eccessiva frammentazione e l’esagerata moltiplicazione dei corsi di studio'. A subire maggiormente “i cuts” sono stati gli atenei di media grandezza (10-20 mila iscritti) con una percentuale del 28,4% seguiti dai grandi (20-40 mila iscritti) con un -19,4% e dai piccoli (fino a 10 mila studenti) -16,7%. A soffrire maggiormente di questa situazione sono state le classi di laurea economiche ed umanistiche.

LA CULTURA NON SI MANGIA.

Questa è ormai una celebre frase che rispecchia un modo di fare politica economica. La politica del “taglio trasversale”. Di certo l’eliminazione di classi di lauree come quelle accennate all’inizio di questo articolo era necessaria, ma è necessario nonché utile colpire il settore umanistico e quello democratico?

UNA QUESTIONE DEMOCRATICA.

All’Aquila nasce nel 2001 il corso di laurea in “Scienze dell’Investigazione”, una laurea che ha subito conquistato l’attenzione della critica per l’esclusività di questo corso.

Scienze dell’investigazione è stato subito caratterizzato dalla trattazione di temi che sono di fondamentale importanza nella vita di un paese che vuole ritenersi una moderna democrazia. Alla base della sua nascita sta la richiesta di sicurezza che il mondo chiede e che spesso manca nell’era del villaggio globale e della globalizzazione; non di meno è quindi la necessità del giusto metodo nell’investigazione, dell’applicazione dei principi fondamentali del giusto processo (ART. 111 cost), della conoscenza della tradizione italiana del garantismo di Beccaria, Verri e Manzoni. In un paese democratico queste tematiche sono fondamentali e la loro trattazione in ambito universitario rappresenta quanto di più innovativo. La democrazia è di tutti e le tematiche che essa porta con se devono poter essere affrontate dal futuro del paese: i ragazzi.

La trattazione di questi temi a livello accademico non può essere compromessa dalla linea politica dei tagli trasversali anzi, sarebbe necessario investire a livello pubblico come a livello privato, per una maggiore discussione di queste materie.

                                                                                                                                lorenzo p.

FONTI:








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