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02/03/11

LIBERTA’ DI STAMPA. ITALIA UNA NAZIONE SEMI-LIBERA.


Secondo Freedom House, l’Italia è una nazione in cui la libertà di stampa non è quella che ci si aspetta da una moderna democrazia. Questa infatti, nella “TABLE OF GLOBAL PRESS FREEDOM RANKINGS 2010”, viene posizionata al SETTANTADUESIMO posto su CENTONOVANTASEI. Prima della Bulgaria e dopo India, Hong Kong e Benin. L’Italia viene considerata una nazione parzialmente libera dal punto di vista della libertà di stampa.
Freedom House Liberta' Stampa Mondo (Italy)
Ma dal punto di vista di un ragazzo che vive in Italia, c’è abbastanza libertà di informazione in questo stato?

INFORMAZIONE, POLITICA E GIUSTIZIA- Sicuramente, questo è un rapporto che fa molto discutere.

Il punto che più infiamma le polemiche, è la proprietà televisiva e giornalistica del primo ministro italiano Silvio Berlusconi.
Essa, rappresenta una vasta porzione di tutta l’informazione nazionale e dal momento che il 70 % degli italiani si informa tramite la televisione, questo diventa un serio problema in quanto non è presente un’informazione che informa ma un’informazione che disinforma su diversi punti.

Nell’ultimo periodo, ci sono stati a detta di molti attacchi a detta di chi fa le leggi miglioramenti, al diritto di informare. Uno su tutti il ddl (disegno di legge) sulle intercettazioni, che tra le tante cose, impedisce ai giornalisti di pubblicare il testo delle intercettazioni telefoniche contenute nei dossier processuali. Il disegno di legge è stato per ora accantonato tramite il muro di un’opposizione che rigetta l’autoritarismo di queste proposte.

Attraverso i suoi mezzi di informazione, il premier italiano attacca chiunque lo critichi e lo fa delegittimando non le idee ma le persone; il metodo più utilizzato è quello della cosiddetta “fabbrica del fango” che di fatto, annienta ogni singolo individuo infangando la sua reputazione e colpendo le persone a lui vicine. I casi più esemplificativi sono quelli del giudice Raimondo Mesiano che nel 2009, condannò la FININVEST di Silvio Berlusconi a risarcire 750 milioni di euro alla CIR di Carlo de Benedetti per la corruzione del giudice Metta da parte dallo stesso Berlusconi; il fine, era quello di annullare una sentenza che assegnava alla Cir, il controllo azionario della MONDADORI. Qualche giorno dopo la sentenza, il giudice del tribunale di Milano RAIMONDO MESIANO che condannò FININVEST, fù ripreso di nascosto dalle telecamere di MEDIASET (di proprietà del primo ministro Berlusconi) che lo sbeffeggiarono durante attimi della sua vita privata.

Un altro caso è quello denominato “caso Boffo”. Dino Boffo, direttore de l’AVVENIRE (quotidiano della CEI) mise in discussione la moralità del governo Berlusconi. Nel 2010 venne attaccato dal giornale della famiglia Berlusconi “IL GIORNALE”, che infangò la sua reputazione, fino a fargli perdere la direzione del quotidiano. Alla fine, le prove presentate dal quotidiano del premier ed in particolare da VITTORIO FELTRI vennero giudicate false anche dallo stesso Feltri; Dino Boffo fu comunque tolto di mezzo.

Altro metodo utilizzato in Italia per limitare l’informazione, è la denuncia a programmi televisivi e giornali che fanno giornalismo d’inchiesta. Ad esempio contro i quotidiani REPUBBLICA e L’UNITA’ ed i programmi di giornalismo investigativo ‘ANNOZERO’ di MICHELE SANTORO e SANDRO RUOTOLO e ‘REPORT ‘di MILENA GABANELLI. Tramite le denunce che vengono effettuate e che rappresentano molte volte grandi somme di denaro, si innesca un meccanismo per cui le richieste di risarcimento si accumulano e gli autori dei programmi d’inchiesta non lavorano con la dovuta serenità per paura di non incorrere in ulteriori denunce e, cosa straordinaria, in sanzioni che vengono inflitte dalla stessa rete di appartenenza, penso alla RAI, sanzioni dovute al fatto che si è realizzato giornalismo d’inchiesta che ha portato a querele. Questa situazione, impedisce a chi vuole fare giornalismo investigativo di realizzare un buon lavoro e molte volte, ha minacciato la vita di questi stessi programmi di approfondimento, senza cui l’Italia non avrebbe quel meccanismo pluralistico di checks and balance indispensabile per la crescita di una moderna democrazia.




Sul fronte di internet, nuova frontiera dell’informazione, sono state sollevate polemiche per il ‘DECRETO ROMANI’. Oltre che dai partiti di opposizione al governo BERLUSCONI, anche dall’ Unione Europea e dall’ambasciata americana in Italia che, come si apprende da fonte wikileaks, in un dispaccio del 3 febbraio 2010 afferma :"Berlusconi e Mediaset hanno usato il potere (per favorire i propri interessi)”, e ancora che “La legge sembra scritta per dare al governo il potere di censurare o bloccare qualsiasi contenuto di Internet se il governo lo ritiene diffamatorio o che alimenti attività criminali. Il decreto offrirebbe le basi per intraprendere azioni legali contro le organizzazioni di mezzi di comunicazione che dovessero entrare in competizione politica o commerciale contro membri del governo”.

A chi chiede se in Italia c’è libertà di informazione, risponde nel suo piccolo questo articolo. Come sempre ci sono persone che lavorano bene e persone che non fanno lavorare bene; come sempre è la voglia di alcune di queste che manda avanti la partecipazione democratica e quindi la società.

Grazie ad uno scambio di articoli tra diverse esperienze, culture, nazionalità, riusciremo a conoscere i vari contesti in cui ogni ragazzo vive. Il villaggio globale comporta sapere cosa accade nella vita di altri ragazzi e le storie che essi vivono, comporta la presa di coscienza nei confronti delle problematiche altrui che nel contesto di globalizzazione, sono le problematiche di tutti. Come abbiamo visto, i tentativi di ridurre l’informazione ci sono, noi abbiamo l’opportunità di far viaggiare le notizie più veloce di questi tentativi.
L’informazione facciamola insieme. Partecipiamo!

                                                                                                                                    lorenzo p.

FONTI:

CURRENT- CITIZEN BERLUSCONI-
CORRIERE DELLA SERA- SENTENZA CIR-FININVEST
CURRENT- AFFAIRE MONDADORI
BUSINESSWEEK
CORRIERE-STOP.ANNOZERO
BERLUSCONI.CHIUDETE.ANNOZERO
REPORT
MILENA.GABANELLI-COSTI.CAUSE.IN.CORSO
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