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05/04/11

il Polipo e Giampaolo Giuliani...un'intervista sul mondo accademico e scientifico


IL POLIPO: Quando Bendandi presentò i suoi studi al mondo
accademico, questo li rigettò.Uno dei maggiori motivi di questo attegiamento  era che Bendandi non aveva titolo cartaceo per poter presentare un lavoro del genere. Oggi il mondo accademico e scientifico si é aperto a queste iniziative o cerca adesso come al tempo di  Bendandi di racchiudersi in se stesso?
GIULIANI: Raffaele Bendandi dopo aver raggiunto una indiscussa conoscenza scientifica nel campo dell'astronomia e dato prova attraverso alcune previsioni di essere in grado di prevedere eventi disastrosi, ricevette dal governo italiano una sorta di cavalierato per meriti scientifici. Questo gli avrebbe garantito all'età della pensione un discreto vitalizio. Il mondo scientifico accademico dell'epoca, in particolare quello legato alla geofisica, si risentì particolarmente e motivando che le sue previsioni mancavano di elementi essenziali, rispetto alle caratteristiche degli eventi, come una precisa localizzazione degli epicentri, (Bendandi dava un raggio di possibile rilascio di qualche centinaia di km, e la finestra temporale, in alcuni casi si era verificata oltre le 24 ore, fino a 2 giorni, richiesero al governo di ritirare il cavalierato e di impedirgli di rendere pubbliche le sus previsioni. La motivazione di tale decisione fu addotta al fatto che, se il sismologo avesse previsto un forte evento, la psicosi creata dalla notizia sulla catastrofe annunciata avrebbe creato un tale panico da produrre più vittime di quante il terremoto stesso ne avrebbe fatto. Il mondo accademico fu accontentato e la minaccia ventilata allo scienziato fu l'arresto immediato o addirittura l'esilio, se fosse stato scoperto a fare previsioni. Per un periodo smise di predire, poi decise di chiudere in busta le previsioni ed affidarle ad un notaio che le avrebbe rese pubbliche, solo ad evento avvenuto. Non ci fu mai un ripensamento, anzi, il mondo accademico sentenziò, che a nussuno dovesse essere consentito portare avanti ricerche, fuori dai canoni ufficialmente riconosciuti. Per cui anche in età avanzata e prossimo alla fine, lasciarono che morisse solo, sconosciuto ai più e che portasse alla tomba le sue conquiste. Questo atteggiamento lo costrinse a far sì che nessuno degli scienziati che lo avevano così oltraggiato, potessero verificare mai le sue teorie. Né il mondo accademico fino ad oggi ha ritenuto mai di andare a controllare la veridicità o meno delle sue ricerche. In tempi più moderni, fino ai nostri giorni, chi avrebbe dovuto permettere uno studio su tutti gli elementi chimici e fisici che avrebbero potuto portare nuove informazioni sulle cause che producono i terremoti, non lo ha mai fatto, ritenendo scontato in partenza il concetto che il terremoto non si sarebbe mai potuto prevedere e pertanto era inutile sprecare i fondi della ricerca.

IL POLIPO: Quanto é importante affrontare i temi della necessità di una cultura della prevenzione e del rischio a livello accademico e quanto pensa che gli istituti pubblici e privati aiutino questi dibattiti a livello universitario?
GIULIANI: In alcuni stati si da una grande importanza alla ricerca d'avanguardia o di confine, addirittura alla fantascienza. Permettere alla fantasia dell'uomo libero, al suo ingegno, allo spirito intraprendente che possiede di dare risposte a quesiti a volte irrazionali ed incredibili, la storia ce lo ha insegnato tante volte, è l'unico modo che ha l'uomo di ottenere grandi salti di qualità nelle sue conoscienze. Nella storia della conoscienza si sono dovuti attendere periodi di 300 e 400 anni per rispondere a quesiti e dubbi scientifici che avrebbero migliorato la vita dell'uomo. Giusto i periodi di nascita di uomini le cui intuizioni hanno favorito di colmare quei ritardi e quei vuoti della conoscienza su fenomeni che ritenuti inspiegabili, si attribuivano al solo volere divino. Dove più degli ambienti accademici sarebbe possibile abbattere questi muri ciclopici che oscurano la visuale? L'industria, l'Università, le associazioni culturali, i dibattiti, i confronti, la sperimentazione, il libero dialogo, gli istituti pubblici e privati, sono il veicolo del virus della conoscienza. Tutto ciò non sarà mai possibile ottenerlo fintanto che ci saranno uomini che confonderanno la politica con la cultura, fintanto che esisteranno uomini che assoggetteranno la mente di uomini liberi alle loro esigenze personali.

Ecco. Spero di aver risposto in minima parte alle richieste. Volevo anche fare i complimenti per l'articolo uscito sulla rivista "Il Polipo" . Fintanto che ci saranno persone che sprecano il loro tempo per portare una informazione vera, non di parte, non soggettiva, in pasto alla popolazione, potremmo essere tranquilli che l'uomo non incorrererà mai nella sua estinzione.
Grazie infinite a tutti voi per l'opportunità che mi avete concesso: di non sentirmi mai solo.

Giampaolo.

Domande poste da lorenzo p., intervista realizzata grazie all'intermediazione del prof. Angelo De Nicola.





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