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12/01/12

Un'intervista sull'onda della globalizzazione...studente cinese raccontaci


Sulla cresta dell'onda é tornata!!
Come viene vista l'istruzione italiana da uno studente cinese e quali sono le differenze tra la nostra istruzione e la loro. Come viene vista la crisi economica da uno studente il cui paese non ne risente e pian piano compra pezzi di mercato del mondo? Abbiamo intervistato Stella, studentessa di Benijing, capitale della Repubblica Popolare Cinese. Un'altra piccola finestra   sul mondo aperta dal blog il Polipo.


Descrivici te stessa. Chi sei, dove vivi, cosa vorresti fare in futuro.
Salve, sono Stella e ho 19 anni, sono nata e vivo a Beijing in Cina. Sono uscita dalla scuola superiore lo scorso anno e questo settembre sarò in Italia per cominciare l’Università per studenti stranieri a Perugia. Ora vivo a Beijing e studierò come guida turistica oppure come insegnante.

Come viene vista la situazione dell’istruzione in Cina dal punto di vista di uno studente cinese?
In tutto il mondo ogni paese sta mettendo più attenzione nell’istruzione, inclusa la Cina. Tutti noi conosciamo l’importanza dell’istruzione e il governo cinese sta facendo ogni sforzo per costruire il miglior ambiente per tutti gli studenti. Ma, come tutti sappiamo, come un paese con complicate situazioni ed un grande numero di persone, anche la Cina ha qualche debolezza. Ad esempio la differenza tra gli studenti di città e quelli di paese oppure la mancanza di originalità. Noi stiamo facendo del nostro meglio per migliorare queste cose. Io credo che le cose miglioreranno.

Secondo i tuoi insegnanti, uno studente cinese ha un buon livello di istruzione tale da poter competere con studenti di altre nazionalità?
Attualmente è difficile rispondere a questa domanda. Per prima cosa, non ho conosciuto l’abilità degli insegnati di altri paesi. Ma, quando avevo 16 anni, sono andata negli Stati uniti per seguire una settimana di lezioni, gli insegnanti mi sono piaciuti molto, sono molto di più che insegnanti che ti insegnano cose particolari. Comunque, io penso che lo stile Usa può rappresentare lo stile occidentale. Qui in Cina i nostri insegnanti sono bravi e pieni di conoscenze e, allo stesso tempo, sono molto responsabili nei confronti degli studenti. Lavorano duro affinché i loro studenti possano andare nelle migliori scuole perché in Cina, la competizione nell’istruzione esiste sempre. Secondo me, gli studenti cinesi fanno un miglior lavoro in base alla loro pazienza ed al duro lavoro messi su alcune basi, come matematica: specialmente alcuni studenti di talento mischiano il loro talento ed il duro lavoro, come in una reazione chimica, essi troveranno un lavoro brillante. Ma, dall’altra parte, confrontati con altri paesi, come ad esempio l’Italia, noi non siamo bravi nell’arte ed in tutto ciò che richiede capacità creative. Nonostante tutto è difficile dire quale sia l’istruzione migliore.
Ritieni che la Cina investa abbastanza nell’istruzione? Puoi fornirci qualche dato?
Come ho già detto la Cina sta facendo del suo meglio per investire nell’istruzione anche se penso che per l’istruzione non possiamo mai dire “abbastanza”. Nel 2012 il nostro governo sta pianificando di investire il 4% del Pil per sviluppare l’istruzione.
Come viene vista l’istruzione italiana da un ragazzo cinese?
A dire la verità, gli studenti cinesi non conoscono molto l’istruzione italiana. Ad oggi, gli studenti cinesi scelgono di andare fuori a studiare. Molti di questi scelgono gli Stati Uniti, l’Inghilterra. A scuola molti di loro imparano l’inglese come seconda lingua, così è molto facile per loro abituarsi in questi paesi. Comunque sappiamo che l’istruzione in Italia ha delle proprie caratteristiche positive come nell’arte e nella storia.
In Italia ci sono molte classi, soprattutto in scuole elementari e medie e principalmente nel sud Italia, che hanno un numero di studenti superiore rispetto al numero di studenti che potrebbero contenere, anche 40 o più studenti. Queste sono chiamate “classi pollaio”. Ci sono queste situazioni in Cina? O hai mai sentito parlarne? Cosa ne pensi di questa situazione che viviamo in Italia?
Abbiamo questo tipo di situazione in Cina. In città ci sono circa 30-40 studenti in una classe e, in alcuni paesi di campagna ce ne sono molti di più, forse si potrebbe arrivare a 50-60. Noi sappiamo che sarebbe meglio avere classi più snelle ma è difficile che si avveri in Cina ora. A causa dell’enorme popolazione. Ma va meglio con molti studenti in una classe, per molti motivi: per prima cosa puoi fare molte amicizie e poi si può discutere di materie di studio con più compagni di classe.
Cosa pensa uno studente cinese della crisi economica che ha colpito anche l’Europa, quindi l’Italia?
E’ ancora una domanda molto impegnativa. Io non studio economia quindi ti dirò cosa ne penso io. Io credo che la crisi economica prima o poi doveva esserci in Europa. Per prima cosa perché nello stile di vita e nella mentalità degli europei c è la voglia di divertirsi e spendere i risparmi. A loro piace ripagare un prestito e fare troppo affidamento sulle banche. Seconda cosa, sarebbe dovuto accadere perché l’Euro si trova in una posizione scomoda; tutti noi sappiamo che il dollaro è stato il più forte negli ultimi anni, ma l’euro in questi anni è cresciuto troppo velocemente. Gli Usa vorrebbero sopprimere l’euro abbassando il suo livello di affidabilità per garantire la classifica del dollaro, questo colpirebbe l’intera Europa. Terza causa, le complicate relazioni tra i paesi europei, è duro da dire, ma l’intera europa, l’Unione Europea, dovrebbe assumersi la responsabilità.  Ultimo punto, la crisi economica è come un cerchio, come il mondo si sviluppa ad alta velocità, ci saranno molti problemi, così i costumi delle persone sono destinati a cambiare. Le crisi spesso nascono prima che le persone se ne accorgano. La globalizzazione modificherà il mondo per affrontare le crisi Io penso che tutti i paesi e tutte le organizzazioni dovrebbero avere responsabilità per gli altri. Così potremo costruire migliori condizioni per l’intero mondo.

Ringrazio Stella per questa intervista che ci ha aperto una piccola finestra su quello che una parte del mondo pensa di noi italiani e di molte altre situazioni.

                                                                                                                                                                                         lorenzo p.
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