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25/06/13

L'AQUILA: MI CHIAMAVA UN GIORNO SI E L'ALTRO PURE "PISCIATURO"

Qualche giorno fa, vi abbiamo raccontato la storia del ragazzo che ci ha segnalato una situazione paradossale, una storia aquilana.
Come tanti ragazzi universitari, cercando un lavoretto qua e la, andò a fare il cameriere in un ristorante aquilano. Dopo qualche mese però, decise di andare via. Sia perché era stanco delle continue alzate di voce senza motivi validi da parte del proprietario nei suoi confronti, sia perché si verificava sempre un fatto paradossale;  nonostante lavorasse in nero, almeno un giorno a settimana andavano a mangiare in quel ristorante gli Allievi della Scuola della Guardia di Finanza.
Dopo questa denuncia ne è arrivata un’altra, forse ancora più grave. Ci ha scritto Matteo (nome di fantasia),un altro studente universitario, sottolineando come avesse capito di quale ristorante si trattasse in quanto ci lavorò lui per due mesi. 
Anche Matteo, come il ragazzo precedente, ad un certo punto dovette andare via perché, come ci conferma, “…era una cosa regolare che, nonostante il titolare mi pagasse in nero, i finanzieri venissero a mangiare al ristorante e per giunta una volta ci fecero anche una festa, venivano allievi, marescialli, sia uomini che donne…”.
La goccia che fece traboccare il vaso però,  non fù tanto l’essere assunto in nero; infatti  il proprietario del ristorante, come ci scrive “…era un arrogante di primissima categoria che ci chiamava una volta si e l’altra pure “pisciaturi”. Fù così che all’ennesimo “pisciaturo” (i pisciaturi sono quei vasi da notte che un tempo si mettevano sotto il letto per poi fare i propri bisogni), decise di rinunciare a quel poco che riusciva a mettersi in tasca, a favore di una dignità che troppo spesso, viene calpestata da persone che pensano possano fare tutto ciò che vogliono.

Ancora una volta abbiamo aperto una piccola finestra nell’universo dell’Aquila, che sempre di più, rappresenta uno specchio dell’intera Nazione fatta di, come dice una famosissima canzone “buoni o cattivi”. Speriamo che tante piccole finestre aperte, possano servire per risolvere tante problematiche.

                                                                                                                                            lorenzo p.
                                                                                                                                        lorenzo.petrilli@libero.it
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