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30/04/14

L'AQUILA: NELLA CAVITA’ CHE NON TI ASPETTI POTRESTI SPROFONDARCI

“…nella mappa sono segnalate alcune delle cavità riscontrate e censite nel Comune dell’Aquila. Ciò non esclude la presenza di altre cavità non ancora segnalate ed accertate ma sicuramente esistenti…” (Report 2010 Microzonazione Sismica per la ricostruzione dell'area aquilana - Regione Abruzzo – Protezione Civile)

Pezzi dell’Aquila anche ricostruita potenzialmente rischiano di sprofondare.
E’ una questione questa con cui devono aver a che fare anche realtà oltre nazione.
Sono famose le voragini che in america hanno inghiottito interi quartieri.
Ma all’Aquila, scene di automobili che penzolano nel vuoto non possono più verificarsi. O meglio, tutti devono poter sapere quali sono i punti più vulnerabili che potrebbero avere cedimenti.
Già nel 2011 il periodico “L’Editoriale” riprese l’argomento, spiegando come la necessità di un censimento delle cavità sotterranee debba essere anteposta ad una qualsiasi ricostruzione, e lo fece riprendendo le parole del responsabile della Struttura per la Gestione dell’Emergenza (SGE) – Altero Leone - .
Ma questo non è abbastanza. Come affermano gli esperti del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – i chirurghi che vagliano nella pratica la conformazione del terreno – . Il sottosuolo aquilano ed in particolare quello del centro storico, è ricco di cavità che nel tempo sono state modellate dall’uomo; per estrarre materiale per calcestruzzi, ad uso cantine, come vie di fuga, come condotte per l’acqua e così via. Queste, hanno quindi bisogno di molto più che di un semplice censimento. Sarebbe necessario, infatti, un piano di studio delle cavità che parta dalla raccolta di dati speleologici e della memoria storica delle persone che abbiano conoscenza di queste. Un secondo passaggio comprenderebbe il rilevamento geologico e topografico fino ad arrivare ad una modellazione 3D oppure all’utilizzo di una cartografia tematica che è composta da una carta delle cavità ed una carta di pericolosità da crollo che verrebbero incrociate con la presenza di edifici o manufatti per la creazione della carta del rischio.
Tutto ciò, rappresenterebbe una conoscenza dettagliata della rete cavearia che ridurrebbe e di molto i rischi per l’incolumità pubblica, per viabilità e mobilità, per gli edifici, per i sottoservizi, infrastrutture ed i rischi legati all’elemento ad oggi fondamentale per l’Aquila: la cantieristica.
Quanti operai, architetti, tecnici comunali, amministratori, sarebbero pronti ad assicurare che nuovi cantieri non stiano nascendo su cavità potenzialmente pericolose e non ufficialmente censite dal comune?
Il 19 febbraio 2014 su “Il Centro” apparve un’intervista all’ex consigliere comunale di Barisciano Walter Salvatore secondo cui, c’è chi omette di dichiarare le cavità per non incappare in prescrizioni che impongono adeguamenti sismici delle stesse. Denaro quindi.
Secondo Salvatore, molti comuni non vogliono pagare per la sicurezza dei propri cittadini.
Ma è davvero così per l’Aquila? Sono davvero troppo pochi i soldi che arrivano nel capoluogo abruzzese per poter pensare di rendere lo stato della città più chiaro se non più sicuro? Servono davvero più rotonde, più tunnel, più auditorium, più aeroporti, che chiarezza sulla situazione del proprio territorio? Sul sito del Comune dell’Aquila non c’è traccia della volontà di censire le cavità pur maggiormente pericolose in territorio sismico e terremotato. Cosa che invece non accade in altri comuni; cercando su qualsiasi motore di ricerca le parole “comune cavità censimento sisma” ci sono molti esempi positivi, uno fra tutti, da questo punto di vista, il Comune di Carinola.
In fondo sarà il territorio dove si dovrà ricostruire dopo il Sisma del 6 Aprile 2009 che, assieme a negligenze, imprudenze ed imperizie umane, fece 309 morti.
“...È evidente come si è visto nella carrellata di alcuni casi, tra le decine esaminati, che la tenuta e la
stabilità di tutte le cavità di origine antropica è stata duramente messa alla prova dall’evento sismico
del 6 aprile 2009 e dalle principali scosse succedutesi nei giorni successivi…Appare pertanto necessario che tale situazione sia tenuta in massima considerazione prima di pensare ad un benché minimo recupero dei centri storici già gravemente compromessi e distrutti dal terremoto. Infatti prima di scegliere qualsiasi metodo di adeguamento sismico e ristrutturazione dei singoli edifici o meglio degli aggregati che spesso essi vanno a comporre nell’ambito dei centri storici, occorrerà effettuare un censimento al tappeto di tutte le cavità…” (Report 2010 Microzonazione Sismica per la ricostruzione dell'area aquilana -  Regione Abruzzo – Protezione Civile)

                                                                                                                                                            lorenzo p.
                                                                                                                                  lorenzo.petrilli@libero.it
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