Qualche volta mi accaldo quando partono dichiarazione che
piace definire ad orologeria. E soprattutto quando queste nascono su questioni
che notoriamente fanno più presa su un potenziale elettorato. Ma in vista non
ci sono più elezioni e quindi mi viene da pensare ad una voglia matta di fare
gli sciocchi.
E’ quello che è accaduto, questa volta, sulla questione –sciopero
dipendenti TvUno- emittente televisiva aquilana che ha al suo interno
dipendenti che da 18 mesi non percepiscono stipendi.
Alla notizia dello sciopero, politici e gruppi politici ed
addirittura associazioni culturali si sono scatenati in dichiarazioni di
solidarietà, vicinanza ed addirittura disponibilità a “tavoli di concertazione”.
Come se questi grandi politici, togliamo per un attimo il “come” iniziale,
prima di questa vicenda non avessero mai pensato di risolvere questo problema;
più facile che non avessero idea che addirittura potesse essere risolto.
Vengono alla mente episodi precedenti nel tempo, che
avrebbero potuto far sobbalzare questi grandi geni del tempismo ad orologeria;
ovvero quando la questione può potenzialmente portare consensi perché si tratta
di “fatto grosso”. Ed invece nessuno sobbalzò.
Ma quali episodi? Ad esempio quello che in precedenti
articoli descrissi come “Sistema collaudato dello sfruttamento dei ragazzi che
vogliono imparare il mestiere del giornalista”. In quella vicenda e nella mia personale,
di cui descrissi la situazione in cui mi trovai ed i soggetti che attuarono su
di me quello che definisco un Sistema generale, alcuni ragazzi denunciarono in flotta la loro situazione che più che precaria definirei degradante in una Tv
aquilana. Eppure non un commento politico che avesse intenzione di risolvere,
più che quella questione, la situazione generale di un Sistema malato. Tanto è vero
che l’unico quotidiano on line che si occupò di queste vicende ospitò un
articolo dal titolo - Giornalismo precario, la città tace: “Quando l’aguzzino è vestito da benefattore”- . Addirittura, in questo caso, si sono mosse anche le
istituzioni culturali della città dell’Aquila. Evidentemente un paio di servizi
ben assestati fanno si che tutti siano riconoscenti e se sei piccolo o parli di
altro chi se ne frega.
Che sia chiaro, pieno appoggio ai lavoratori di TvUno, ma è bene ricordare chi ha deciso di (sono un po
ironico), risolvere, solo la loro situazione: Enza Blundo (Senatrice Movimento 5 Stelle), gruppo civico Appello per
L'Aquila, enti culturali dell'Aquila (Istituzione Sinfonica Abruzzese - Società
Aquilana dei Concerti "B. Barattelli"- Associazione I Solisti
Aquilani - L'Uovo, Teatro Stabile d'Innovazione - Associazione Culturale Arti e
Spettacolo - Teatrozeta - Teatro Stabile d'Abruzzo – Atam), Guido Quintino
Liris (capogruppo di Forza Italia al Comune dell'Aquila), Giorgio De Matteis
(consigliere comunale L'Aquila Città Aperta).
Però non posso lasciare il discorso a metà quindi penso sia utile lasciarvi
anche la proposta che avanzai qualche mese fa per tentare di risolvere una
questione che non è solo locale ma nazionale, vi rimando quindi al mio
precedente articolo "Sistema collaudato dello Sfruttamento Giornalistico: all'Aquila possiamo creare un modello esportabile".lorenzo p.
lorenzo.petrilli@libero.it
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