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05/04/11

Razionalmente di pancia: una sera, due chitarre...l'Aquila

"Buongiorno Italia, buongiorno Maria, con gli occhi pieni di malinconia, buongiorno Dio ... lo sai che ci sono anch'io....Lasciatemi cantare con la chitarra in mano, lasciatemi cantare una canzone piano piano".
Possono due chitarre far tornare l’Aquila a volare?
Nel loro piccolo SI !!!
Ieri sera sono salito con degli amici in centro all’Aquila.
Parcheggiamo la macchina vicino la fontana luminosa costruita nel 1934, uno dei simboli più importanti della città, , ci dirigiamo verso la piazzetta de Ju Boss, storico locale aquilano meta ogni sera di giovani e meno giovani, studenti e lavoratori. Davanti al locale, una ventina di persone le cui voci, i cui schiamazzi di vita, non sono più coperti da musica o rumore di altra gente; a coprire quelle poche voci c’era paradossalmente il silenzio surreale di un’intera città ferma al 6 Aprile 2009. Quello, era un silenzio che sovrastava le voci dei ragazzi presenti.
Non un suono diverso da timidi chiacchiericci si levava dalla piazzetta; lo sguardo, ad un certo punto, mi cade sullo scorcio che dal locale Ju Boss si dirige verso Piazza Duomo, così decido di avvicinarmi per scorgere meglio l’intero viale e dopo essere passato davanti a due camionette militari, scorgo l’inferno: un viale puntellato a destra e sinistra, desolato;
quello che riesco a vedere lo fotografo:


Dopo essere rimasto senza parole torno nella piazzetta della cantina dove spuntano improvvisamente due chitarre. Il loro suono comincia a rimbombare nel vuoto; ad un tratto, sembra come se le note musicali cominciassero a spingere il più lontano possibile il silenzio assordante che fino ad allora dominava sui timidi chiacchiericci; canzone dopo canzone, nota dopo nota, nelle facce quasi tristi, sconsolate, comincia ad intravedersi, comincia a sentirsi un sospiro di sollievo. Da repertorio italiano a repertorio internazionale, a repertorio dialettale, questo senso di sollievo (cosciente del fatto che la situazione è ancora sconsolata) si espande in tutta la zona, si accenna anche a qualche applauso, il proprietario di un bar a pochi passi dalla piazzetta, nel frattempo che gettava delle bottiglie di vetro nel cassonetto apposito accenna un timido sorriso, ma una delle cose che mi ha colpito di più, è stato il momento in cui dei ragazzi hanno chiesto di potersi unire a noi per cantare e ballare: sebbene molto probabilmente avrebbero fatto quella richiesta in qualsiasi altro momento, questa, ho l’idea che rispecchiasse l’aria che si respira all’Aquila da ormai troppo tempo: un senso di vuoto, una richiesta da parte della città di voler ricominciare ad essere felice, di poter ricominciare a vivere ed a camminare con le proprie gambe, una richiesta di sostegno e di vicinanza. Una delle necessità fondamentali che ha l’Aquila oggi, è la riapertura di quelle attività che possono aiutare la città a risollevarsi (la sera è bruttissimo fare una passeggiata nel buio delle vie e tra una puntellatura e l’altra): a tutt’oggi nel centro storico mancano all’appello 800 attività economiche che, dopo il sisma del 6 Aprile 2009 (DATI CONFINDUSTRIA-CNA) non hanno più riaperto e se non rinasce la vita produttiva aquilana, non torna a vivere nemmeno il tessuto sociale.

Due chitarre, nel loro piccolo, ieri sera hanno portato una ventata di allegria che per cinque ore hanno devastato quel silenzio assordante che avrebbe voluto regnare tutta la sera.




                                                                                                          lorenzo p.
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5 commenti:

  1. Bellissimo articolo, Lorenzo! Hai davvero descritto l'aria che si respira a L'Aquila ora...mai così vere le tue parole!Marialuisa

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  2. Grazie, però si deve andare pù spesso in centro!!! se questo o altri articoli ti sono piaciuti puoi inviare i link ai tuoi amici? grazie

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  3. Complimenti Lorenzo.
    Condivideremo il tuo articolo sui nostri spazi sulla rete e ci farebbe piacere ospitare articoli di questo tenore anche direttamente sul piccolo sito giornalistico che stiamo organizzando.
    A presto.

    Francesco Ambrosini

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  4. Complimeti!
    Allora non sono l'unica ad avvertire quel silenzio assordante... Continuate così! :)

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  5. Grazie, é un silenzio assordante che possiamo far fuggire frequentando il centro storico anche di sera...

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