"c’è qua un panorama politico che vuole restare attaccato al carro del governo"
Giovedì 20 maggio 2010, si è tenuto presso l’auditorium Carispaq di via Pescara a l’Aquila, il primo dei tre seminari istituiti nell’ ambito degli investigation days, intitolati “INVESTIGAZIONE,INFORMAZIONE,TERREMOTO”; è stato presente anche Enrico Perilli (Rifondazione Comunista). Perilli, ha parlato delle tematiche principali pre e post sisma. Il suo discorso, comincia con l’argomento della commissione grandi rischi; parla, della tranquillità che hanno dato agli aquilani, i pareri degli esperti riunitisi il 31 marzo 2009 all’Aquila; parla dell’amministrazione comunale, provinciale e regionale, che non avrebbero predisposto alcun piano di evacuazione; tant’è vero che, dopo le 3.32 del 6 aprile 2009, il dirigente preposto con delega alla protezione civile, si reca a palazzo margherita e disegna su un A4, delle aree di evacuazione; per non incorrere in sanzioni penali nel caso in cui gli fossero state chieste copie degli atti di piani di sicurezza. Attacca la protezione civile: “ non si occupa più di prevenzione ma di ricostruzione”.
Espone alcuni numeri: da 18000 a 20000 persone destinate al “progetto C.A.S.E. “ e M.A.R.; alcuni costi, 700 E/m2 per la costruzione dei M.A.R. ( uno o due piani) , 2700 E/m2 per la costruzione di abitazioni del progetto C.A.S.E. .
Parla delle diciannove new town costruite intorno a l’Aquila, new town che doveva essere costruita interamente nella frazione di Bagno, ma solo dopo, il presidente del consiglio si accorse che la cosa non era fattibile perché la zona era ad alto rischio esondazione. Perilli, definisce la protezione civile come possedente del potere sulla ricostruzione delle new town, la quale dislocazione dice Perilli "porterà problemi nella dislocazione dei servizi".
Descrive le tendopoli come campi militari; " alle sei di mattina c’era l’ alzabandiera", "non si poteva bere coca cola né caffè nelle tendopoli " , ognuno, aveva bisogno di un pass per accedere nella tendopoli, anche nelle piccole tendopoli dove si conoscevano tutti. Quella delle new town, dice, è una situazione dove non ci sono gare d’ appalto, "ha portato allo sborso di milioni di euro in barba ad ogni controllo".
Il ruolo dell’informazione; prima dei fatti noti, si occupava dell’Aquila in modo superficiale; "c’è voluto quello scandalo, per portare i giornalisti a l’ Aquila ad indagare su soldi, affari e tangenti", ancora, "ci si deve interrogare sul ruolo dell’informazione, che spesso è assente, o se non è assente, è troppo superficiale".
Attacca il sindaco Cialente, affermando, che non è stato in grado di ribadire su decisioni prese dalla protezione civile e dal Governo, in merito alla ricostruzione.
Affronta l’argomento puntellamenti; vengono a costare mediamente ottanta - cento milioni di euro, che, in gran parte potrebbero essere evitati demolendo o ricostruendo velocemente.
I M.A.R. (MODULI ABITATIVI REMOVIBILI); sui quali è stata evitata una spesa di quaranta milioni, che sarebbe arrivata, se non fosse stato presentato un esposto in procura: inosservanze di un’ordinanza della presidenza del consiglio da parte del comune.
L’assegnazione delle case; "che avviene nella maniera più oscura possibile", gli elenchi delle assegnazioni, non sono pubbliche.
Affronta l’argomento del futuro; afferma che : "non si è pianificato il futuro di questa città", non si sa, "come sarà ricostruita".
Infine l’università che, in 14 mesi è stata lasciata all’abbandono e, non sono stati stanziati fondi per la fonte primaria dell’università: la residenzialità studentesca.
lorenzo p.
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