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07/06/10

Terremoto vs Giornalisti

Accompagnato da un folto numero di partecipanti, studenti e non, si è svolto l’1 giugno presso l’auditorium Carispaq, un incontro tra giornalisti di stampo nazionale di origine aquilana, riguardante la materia della comunicazione durante il catastrofico evento del terremoto del 6 aprile. Questo incontro dal titolo “La comunicazione nell’emergenza “rappresenta il secondo evento all’interno dell’appuntamento annuale denominato Investigation Days, organizzato dall’Università dell’Aquila. Moderati dal giornalista Angelo De Nicola, si sono avvicendati in un vivace dibattito, quattro giornalisti: Alessandro De Angelis “Il Riformista”, Giancarlo Graziosi “ANSA”, Paolo Pacitti “Rai”, Miska Ruggeri “Libero”, con la partecipazione del professore e presidente del corso di laurea in Scienze dell’Investigazione Francesco Sidoti. I sopracitati giornalisti si sono posti gentilmente e con un pizzico di curiosità ad una nostra breve intervista. Sono state rivolte tre domande uguali a tutti: 1 Qual’e la posizione del suo giornale riguardo la questione post terremoto? 2 Come viene percepita la realtà aquilana oggi nella città in cui lavora? 3 Come  secondo lei il decreto legge sulle intercettazioni influirà sull’indagine post sisma? Le risposte dateci dai cronisti, hanno colto di sorpresa e hanno evidenziato una diversa visione delle tragiche vicende. 
Il Riformista
De Angelis afferma che paradossalmente l’Aquila vive la sua tragedia da molto prima del 6 aprile, in quanto mancando un’ idea di città di spirito di coesione e di sviluppo, da tempo si sta verificando il tracollo del capoluogo abruzzese, con crisi nel settore industriale (vedi polo elettronico), crisi del turismo. Il sisma non ha fatto altro che celebrare il funerale della città. La colpa, secondo il giornalista, è attribuibile alla classe dirigente, incapace di innovarsi e di coinvolgere nello sviluppo cittadino l’Università, che all’Aquila soprattutto dopo il terremoto deve essere il fulcro per ripartire. Riguardo l’emergenza, per il cronista, il Governo si è mosso molto bene attivandosi anche per la ricostruzione, la quale, secondo la sua opinione, spetta alla Città coadiuvata da progetti ben precisi.  Quella della ricostruzione è vista come una fase molto delicata, l’Aquila com’era non potrà mai più esistere, ecco perche era ottima l’idea di una NEW TOWN, fondata su criteri moderni, per riattivare una città da tempo oramai vicina alla recessione.
Si potrebbe prendere ad esempio il modello friulano della ricostruzione posto terremoto del 1976, con lo slogan coniato dall’assessore alla ricostruzione nel 1978 e poi presidente della regione Friuli: “PRIMA LE FABBRICHE, POI LE CASE; POI LE CHIESE”. Riguardo le intercettazioni, infine, esprime un suo parere negativo riguardo l’abuso di queste, ma rimanda ulteriori opinioni alla fine dell’iter legislativo, quando si saprà cosa contiene il testo.
RaiNews24
Paolo Pacitti, giornalista di RaiNew24, ha un approccio molto più critico in materia di ricostruzione, dove non ci sono progetti, manca una linea comune di sviluppo, provocando un’eutanasia nei confronti dell’economia. Critico soprattutto nei confronti della visibilità del terremoto, i primi 4 mesi prime pagine e forte solidarietà, poi gli scandali ai vertici politici hanno oscurato la tragedia. Si è assistito inoltre ad una sorta di turismo del terremoto, soprattutto la domenica, si possono osservare curiosi in stile giapponese con macchinetta fotografica, in giro per Piazza Duomo. Sulle intercettazioni Pacitti, come De Angelis, assume una linea cauta, affermando la loro assoluta utilità, ma con un limite riguardo la privacy,  che deve sempre essere cautelata.
Libero
Il giornalista di Libero, Miska Ruggeri, non allontanandosi dalla linea del suo giornale, elogia il lavoro svolto durante tutta l’emergenza, dall’immediato post fino ad ora, manifestando però contrarietà sull’operato della classe dirigente, la quale non si è dimostrata adeguata. Punta il dito sulla mancanza di visibilità della tragedia al di fuori della realtà aquilana, motivando il tutto con un esempio accaduto pochi giorni fa quando la squadra di calcio della Roma è venuta nel capoluogo, e Totti ha affermato di non sapere che la situazione fosse cosi tragica. Si sofferma anche lui sulle intercettazioni, auspicando in un ridimensionamento di queste poichè se ne fanno troppe e costano, dove manca una copertura della privacy e sempre secondo il giornalista, dovrebbe mancare la possibilità di pubblicarle, limitando l’utilità di questo mezzo solo all’atto investigativo.
ANSA
Punto di vista totalmente diverso è quello preso dal giornalista dell’ANSA, Giancarlo Graziosi, in quanto agenzia giornalistica, ha una visione più ampia della vicenda. Il giornalista afferma che vi è stato  molto spazio da parte della sua agenzia nei riguardi del terremoto, non tralasciando nulla, persino le azioni di protesta che avvenivano quotidianamente, questo con lo scopo di non spegnere i riflettori sull’emergenza e per cercare di monitorare l’operato dei dirigenti. Graziosi afferma che proprio per questo lavoro certosino, non si percepisce una visione distorta della realtà. Molto critico è invece nei riguardi del DDL sulle intercettazioni, le quali se depotenziate e secretate influiranno sulle indagini e sul libero dibatto che deve avvenire in pubblico.
Alla fine di ogni intervista abbiamo chiesto ai giornalisti un consiglio su come portare avanti la nostra iniziativa mediatica. Libertà di opinione, curiosità, caparbietà, coraggio, ostinazione e le famose 5W del giornalismo, sono i punti fondamentali sui quali noi del Polipo dobbiamo basare il nostro lavoro ogni giorno.

Lorenzo La Rocca
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