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30/03/11

UN ARTICOLO SULL'ONDA DELL'EMOTIVITA'...FORUM, L'AQUILA ED I SUOI FRATELLI

Il racconto di una figurante: << A L’Aquila va tutto bene >>.Ed esplode l’indignazione tra la popolazione.




rita dalla chiesa e il tribunale di forum

Il caso è scoppiato sin da subito quando venerdì 25 marzo, durante la trasmissione “Forum” condotta su Canale Cinque da Rita Dalla Chiesa, è stato trattato il caso di una sedicente aquilana che citava in giudizio il marito, colpevole, a suo dire, di non volerla aiutare dal punto di vista finanziario a riaprire la sua attività di sartoria, interrotta e non più ripresa a seguito del sisma del 6 aprile 2009.
Sembrerebbe una storia vera, o almeno verosimile, di una donna volenterosa con un’attività che vuole riaprire i battenti dopo il terremoto; sennonché la signora Marina (questo il suo nome), parlando della situazione in città nella sua requisitoria, ha illustrato un contesto che è ben lungi dal rappresentare davvero la realtà cittadina che tutti gli aquilani vivono quotidianamente.

Frasi come "Tutte le attività hanno riaperto, manca solo la mia" o "Stanno ricostruendo, anzi dobbiamo ringraziare qualcuno, che non ci ha fatto mancare niente!", "I giovani sono andati via ma stanno ritornando" infine, "Io vorrei ringraziare, non so se posso…" ,"Il governo, certo" le viene in aiuto la Dalla Chiesa. Ma non è tutto: "Tutti hanno una casa coi giardini, i garage… L’Aquila sta tornando come prima...meno male che c’è stato questo Stato".
La reazione a queste parole è stata fulminea: già nella prima mattinata una telespettatrice aquilana, indispettita, ha contattato la redazione di TVUNO, emittente locale, esprimendo tutta la sua rabbia per le falsità e le mistificazioni raccontate dalla signora Marina.



la signora marina,finta terremotata
Non è si trattato, infatti, della rappresentazione artificiosa di un caso verosimile, né della reinterpretazione di una circostanza realmente accaduta e recitata per un pubblico, come avviene abitualmente nella trasmissione: ci si è trovati davanti ad una clamorosa distorsione dei fatti, piegati ad arte per rendere credibile una storia inserita in un contesto che invece è del tutto reale e fa capo ad una situazione, quella aquilana, che è stata clamorosamente alterata.
Chi avrebbe il coraggio di dichiarare che L’Aquila è ricostruita? Che i centri storici sono tornati al loro splendore, alla loro bellezza? Che tutti –tutti- gli abitanti della città sono tornati e hanno una casa? Che coloro che alloggiano ancora negli alberghi lo fanno "a spese dello Stato, mangiano, bevono e non pagano niente" perché non vogliono tornare? Che ormai "nessuno ha paura del terremoto"?
Bisogna constatare amaramente che non c’è da stupirsi di ciò, in un certo senso, se si ricorda la gestione mediatica di questo terremoto: sin dal settembre 2009 sulle tv nazionali e su gran parte dei quotidiani è passato il messaggio di un millantato “miracolo aquilano” preceduto, nei mesi estivi, da slogan come "Dalle tende alle case". E mentre il Paese, guardando le immagini delle new towns, credeva a una ricostruzione che tale non era, quegli aquilani (dalle amministrazioni ai cittadini stessi) che osavano illustrare al grande pubblico la reale situazione di una ricostruzione che stentava a partire, venivano tacciati di ingratitudine verso il governo e criticati per aver semplicemente denunciato tutto ciò che ancora doveva essere fatto.

È un caso che ciò sia avvenuto sulle reti Mediaset, facenti capo al Presidente del Consiglio e quindi al governo? È questa la circostanza adatta per parlare di propaganda, per ritenere quest’episodio l’ennesima prova di una campagna promozionale volta a riproporre ancora un (inesistente) miracolo aquilano per accrescere il consenso intorno al governo?

Certo è che la rabbia degli aquilani di fronte ad un ulteriore nonché fasullo dipinto della condizione della città è molto forte e l’enorme indignazione è accresciuta dal fatto che quest’increscioso episodio è accaduto a pochi giorni dal secondo anniversario del sisma del 6 Aprile 2009, che per tutti i cittadini è ancora un ricordo doloroso sul quale purtroppo, non si smette di speculare.

                                                                                                     Michela Del Zoppo





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