Se si vuol parlare di Giovani, Giornalismo e l’Aquila allora
si può anche dire “pozzo senza fondo”.
Infatti, sembrerebbe proprio che non siano solo dei casi
isolati quelli raccontati nei giorni scorsi. Ma appare quasi evidente che
esisterebbe un sistema collaudato di sfruttamento.
Ancora oggi, dopo l’articolo di ieri, vi racconteremo un
ennesimo caso di ragazzi trattati da “schiavetti delle testatine giornalistiche
aquilane”.
“Schiavetti delle testatine aquilane” come ci racconta un
altro ragazzo di cui proprio oggi abbiamo ricevuto notizie.
Vi portiamo la storia di quest’altra fonte. Tutto si svolse
esattamente un anno fa.
Come in tutti i casi chi ci contatta racconta dei primi
scambi di email con un quotidiano online aquilano. Come ci viene testimoniato,
l’offerta sembrava professionale, infatti l’annuncio di riferimento si trovava
proprio sul sito e citava “Cerchiamo personale per la redazione di…”.
La differenza più grande
rispetto ad altri casi, però, fu che questo ragazzo ebbe solamente contatti
telefonici con il direttore responsabile.
Infatti, dopo aver inviato il proprio curriculum, venne
preso come in tutte le altre testimonianze per un “periodo di prova”. Ovviamente
non si permise mai di chiedere compensi. Ed é bello vedere come questo
fantomatico “periodo di prova” torni sempre a galla.
Dicevo all’inizio che questa nuova fonte ebbe solo contatti
telefonici. Per un mese ed anche più venne spedito sotto commissione telefonica da
una conferenza stampa all’altra, senza aver mai visto oppure senza essere mai
stato invitato ad un incontro con il direttore responsabile. Ed ovviamente, non
vide mai neppure alcun compenso; (quantomeno nella storia che raccontammo precedentemente il direttore di un altro quotidiano online diede all’ennesimo malcapitato due rimborsi spesa da 50 euro). La nostra fonte ci riferisce anche
di un breve episodio, sempre rigorosamente telefonico, in cui provò a parlare
della possibilità di cominciare a parlare anche di compensi seppur minimi; ma
intimorito dalla risposta del direttore “come scusa??!!” non insistette più di
tanto.
E così, dopo esser stato sbattuto da una parte all’altra,
tra una conferenza stampa e l’altra (dove sembrava di dover andare più per
propaganda politica dovuta, che per fare informazione), e dopo aver portato a
termine pezzi che vennero pubblicati,
decise di abbandonare quello che all’inizio gli sembrava un buon modo per
apprendere sempre di più il mestiere.
La storia di questo ragazzo, finisce senza che abbia mai
visto il direttore del quotidiano on-line di cui ci parla, senza che abbia mai
ricevuto un seppur minimo compenso, ma con il risultato che il quotidiano
pubblicò sempre i pezzi della nostra fonte. Almeno per qualcuno il finale non è
amaro.
Ma forse qualcosa può essere fatto. Forse, e ripetiamo quello scritto
nell’articolo precedente, se davvero qualcuno vuole davvero bene all’Aquila, potrebbe
cominciare a sbirciare nei finanziamenti dati a quotidiani on-line ed alle
Associazioni di Volontariato. Chissà che non ci siano stranezze nel modo in cui
vengono “offerti” e gestiti.lorenzo p.
lorenzo.petrilli@libero.it
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