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25/07/11

L'Aquila dei "quatrani"

Una città disastrata vista dagli occhi di una adolescente

C’era una volta una città abbarbicata sulle montagne, raccolta in una conca, in cui durante le sere estive la cappa d’aria calda si alzava in favore di una brezza refrigerante: quando cominciava a tirare quel venticello i cittadini facevano capolino dalle proprie case, lieti di poter finalmente fare quattro passi, e scendevano a riempire le strade, i vicoli, i bar e i locali dell’Aquila.
I quatrani, ragazzi come tanti dal dialetto facile, divoravano un hot dog e poi schizzavano verso le postazioni collaudate ormai da tempo: le nicchie della scalinata di San Bernardino, custodi di indicibili segreti; i portici, teatro di ogni sorta di incontri, amori, scontri, figuracce e avanti così; Piazza Palazzo, dove lo sguardo austero di Sallustio rinnovava ogni sera l’odio da parte dei liceali, gli stessi che fino a qualche mese prima erano stati costretti a tradurre la sua prosa, e gli amati dintorni; San Pietro, con i posti da cui i genitori apprensivi ci dicevano di tenerci lontane. . . dopotutto, eravamo piccole.   
Piccole, sì, ma evidentemente già abbastanza cresciute per sentire la terra tremarci sotto i piedi giusto qualche mese dopo.
 Mentre gli adulti si davano un gran da fare e sistemavano i propri pargoli in strutture antisismiche, noi adolescenti  –che non siamo né carne e né pesce- ci siamo ritrovati parcheggiati in una non-città. L’Aquila post sisma é diventata un’accozzaglia di posti lontani tra loro chilometri e chilometri, come se il centro fosse esploso e ogni luogo fosse schizzato all’altro capo della città: riallacciare tutto era impossibile. Ognuno di noi aveva già da combattere la propria personalissima lotta per diventare adulto, cosa che sarebbe successa con o senza terremoto, ma ora anche il campo di battaglia ci metteva i bastoni tra le ruote. Per gli stessi adulti che si stavano dando quel gran da fare L’Aquila era stata lì, quando ne avevano avuto bisogno. Perché per noi no?
Di certo, la nostra adolescenza avremo voluto (e vorremmo tuttora) viverla per le strade della nostra città. . . ma è andata diversamente. Ci siamo ritrovati dentro un centro commerciale che diventava di mese in mese più tetro e asfissiante e lungo una strada colma di locali incastrati alla bell’è meglio dove prima c’era il nulla, con la consapevolezza che L’Aquila di un tempo non sarebbe tornata in tempo per viverla spensierati; ma, come si dice da queste parti, quesso è e quesso remane: inutile piangersi addosso.
I bambini cresceranno in una nuova città, gli adulti sono cresciuti in quella vecchia; noi facciamo la spola tra vecchio e nuovo, riprendendoci poco a poco quello che ci apparteneva. Come il centro storico, per esempio.
Se ci si avvicina ai vicoli transennati talvolta si percepisce la puzza di muffa che in centro è ristagnata da due anni e un brusco calo di temperatura: anche sotto la canicola più pesante, da quelle stradine soffiano spifferi freddi.
Eppure fra transenne e camionette di militari, fra le ore ad aspettare un autobus e quelle passate nei locali vecchi e nuovi, fra l’amarezza di annusare la città morta e il piacere di scoprire che “ehi, ma questo vicolo l’hanno riaperto!”, anche se alla fine quel vicolo non porta da nessuna parte, noi quatrani stiamo tornando a schizzare per le strade dell’Aquila. Un po’ più cauti e un po’ più provati, ma forse anche un grammo più cresciuti.
C’è una città abbarbicata sulle montagne, raccolta in una conca, in cui durante le sere estive la cappa d’aria calda si alzava in favore di una brezza refrigerante; quando comincia a tirare questo venticello ai cittadini torna la voglia di riempire le vie del centro. . . 


                                                                                                                        Liliana F.
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4 commenti:

  1. BELLO BELLO BELLO BELLO !!:):)

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  2. Grazie del complimento!! possiamo realizzare qualche bell'articolo insieme se volete!!

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  3. Grazie Alessio...il meglio deve ancora arrivare!! Se vuoi aiutare il giornalino/blog a crescere proviamoci insieme!!

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